Qual e' la differenza tra arteriosclerosi e
aterosclerosi?
Scritto da: Davide Terranova | Medicina Non Convenzionale
Qual è la differenza tra arteriosclerosi e aterosclerosi?
Per i più avvezzi alla terminologia medica, precisiamo
che, esistono due termini molto simili e spesso confondenti: arteriosclerosi e
aterosclerosi. Per arteriosclerosi si intende una generica condizione
patologica, ma fisiologicamente quasi inevitabile dopo una certa età, del
tessuto vascolare costituente le arterie, che dopo anni vita, per una serie di
ragioni, perde in parte la naturale elasticità. Tanto è vero che nei soggetti
maggiori di 65 anni, sono tollerati valori pressori sistolici lievemente
superiori ai valori considerati normali (pressione sistolica massima uguale o
inferiore a 140 mmHg, pressione diastolica minima, inferiore uguale a 90 mmHg).
Per aterosclerosi invece, si intende una malattia delle
arterie caratterizzata dalla presenza di formazioni giallastre nella parete del
lume vascolare, chiamate placche ateromasiche.
Per arrivare a comprendere i fini meccanismi molecolari
che sono alla base dell’aterosclerosi, ci sono volute decine di anni, numerose
teorie, ipotesi e studi. Posso accettare che la maggior parte delle persone, la
gente comune, non ne sappia ancora nulla. Inammissibile non conoscere, per chi
si occupa di salute, che ad esempio il colesterolo non è affatto il diretto
responsabile della malattia ma uno degli “inconsapevoli” partecipanti.
L’aterosclerosi dunque, ossia la formazione di placche
(ateromi) che protrudono nel lume delle arterie, è (quasi sempre) la causa di
ictus cerebrale e infarto cardiaco. L’aterosclerosi, soprattutto nel mondo
occidentale (ma oramai diffusa in tutto il pianeta) è presenta in quasi tutti
noi, già nella prima decade di vita. Le prime alterazioni quasi invisibili,
sono costituite da lesioni lineari lungo il lume delle arterie di medio e
grosso calibro, chiamate strie lipidiche. Lo so, sorprende che un bambino di 8
anni possa avere già segni di questa malattia, ma purtroppo questo è un dato
confermato.
Posto questo, lo sforzo nel mondo scientifico è inteso a
comprendere, ovviamente come si forma, ma soprattutto come sia possibile limitare
la sua evoluzione, che per milioni di persone all’anno nel mondo si manifesta
nei suoi epifenomeni: infarto cardiaco, morte improvvisa ed ictus cerebrale.
Affinché questa malattia si verifichi sono necessarie due
condizioni:
la prima condizione è una iniziale infiammazione del
rivestimento interno (endotelio) dell’arteria, chiamata disfunzione
endoteliale, che la rende vulnerabile di subire la “seconda condizione”;
la seconda condizione è la presenza in circolo di un
elevato numero di molecole chiamate lipoproteine LDL, che si insinuano nello
spessore dell’arteria (anatomicamente si chiama spessore intimale della
arteria), generando l’infiammazione locale che darà origine alla placca.
Ad oggi questa è la teoria più accreditata sulla genesi
della aterosclerosi.
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