mercoledì 11 gennaio 2017

Leonardo Da Vinci e il metodo scientifico




Leonardo Da Vinci, il grande precursore del metodo scientifico

di Davide Fiscaletti

- 10/01/2017



Leonardo Da Vinci, il grande precursore del metodo scientifico

Cinquecento anni prima che il metodo scientifico venisse definito e descritto formalmente da filosofi e scienziati, Leonardo da Vinci elaborò e mise in pratica le sue caratteristiche essenziali:

studio della letteratura disponibile,
osservazioni sistematiche,
sperimentazione,
misurazioni accurate e ripetute,
formulazione di modelli teorici e frequenti tentativi di generalizzazione matematica.

Come Galileo, Newton e le successive generazioni di scienziati, anche Leonardo riteneva che l’universo fisico fosse intrinsecamente ordinato e che fosse possibile comprendere razionalmente ed esprimere i rapporti causali che lo caratterizzano in maniera matematica.

Leonardo era ben consapevole del ruolo fondamentale che la matematica assume nella formulazione delle idee scientifiche e nella registrazione e valutazione dei dati sperimentali. Tuttavia, il modo con cui Leonardo si accostava alla matematica era quello di uno scienziato, non di un matematico: egli intendeva utilizzare questa disciplina semplicemente per fornire coerenza e rigore alle descrizioni delle sue osservazioni scientifiche.

Leonardo utilizzò le sue abilità di visualizzazione e il suo grande intuito per sperimentare nuove tecniche che preannunciavano branche della matematica che sarebbero state sviluppate soltanto secoli dopo, segnatamente la topologia e, soprattutto, la teoria della complessità.

Diversamente da Galileo e Newton, l’essenza matematica che Leonardo riscontrava nella natura non poteva essere espressa in quantità e rapporti numerici. La scienza di Leonardo non può essere inclusa all’interno del paradigma meccanicistico di Galileo, Cartesio e Newton: la sua era una scienza delle qualità, delle forme organiche plasmate e trasformate dai processi sottostanti.

Per Leonardo la natura nel suo insieme era viva e animata: un mondo in continuo mutamento e in continuo sviluppo, tanto nel macrocosmo della Terra quanto nel microcosmo del corpo umano. Il vero nucleo centrale della scienza di Leonardo consisteva nell’analisi sistematica dei processi di autorganizzazione – la crescita, i movimenti e le trasformazioni delle forme viventi della natura.

Leonardo possedeva una consapevolezza spiccata della connessione reciproca di tutti i fenomeni e dell’interdipendenza delle parti all’interno di un tutto organico, nonché del fatto che tali parti si producono a vicenda, dando luogo ad un sistema complessivo autorganizzato. Nella sua scienza delle forme viventi, le caratteristiche meccaniche del corpo umano e di quello degli animali erano sempre viste come strumenti usati dall’anima per realizzare l’autorganizzazione dell’organismo.

Così, siccome la sua era una scienza delle qualità, delle forme organiche, dei loro movimenti e trasformazioni, nell’approccio di Leonardo la matematica che stava alla base della natura poteva esprimersi solo ricorrendo a forme geometriche che si trasformavano incessantemente, secondo leggi e principi rigorosi. Per Leonardo l’aggettivo “matematico” si riferiva di fatto soprattutto alla logica, al rigore e alla coerenza in base ai quali la natura ha plasmato, e continuamente plasma, le sue forme organiche.