Analisi astrologica: un'interpretazione quantistica
di Vincenzo Primitivo
11/01/2017
Analisi astrologica: un'interpretazione quantistica
Se il compito di chi fa un'analisi astrologica è quello
di decodificare i significati simbolici che derivano dal tema di nascita,
scaturisce subito una controversia: la compartecipazione di colui che analizza
il tema natale è un fattore determinante l'interpretazione dell'analisi stessa,
visto che lo sguardo dell'osservatore influenza la realtà, come ci insegna la
fisica.
La critica principale che viene mossa alla
interpretazione astrologica (ci sono tante interpretazioni per quanti sono
coloro che compiono l'analisi) può essere da subito confutata e spiegata in
termini strettamente fisici.
Se i fenomeni quantistici che regolano la Natura sono per
definizione discontinui, come può esserci un'unica interpretazione del tema
natale, che la natura di quell'uomo descrive? Se lo sguardo dell'osservatore
influenza la realtà come può esserci una spiegazione unitaria, un'unica
misurazione della traiettoria di vita di quell'uomo?
Se, come ci insegna la fisica, l'elettrone acquisisce
caratteristiche di complementarietà (principio di complementarietà secondo
Bohr) cioè può essere o onda o particella, facendo inferenza nella vita reale
ciò esprime la dinamica tra coppie di opposti che osserviamo comunemente nella
realtà quotidiana: amore e odio, salute e malattia, luce e oscurità ecc. Questo
ci consente di comprendere come non possiamo pensare di confrontarci con un
solo aspetto senza prendere in considerazione anche l'altro. Sarebbe
impossibile apprezzare i momenti in cui stiamo bene nella vita se non li
mettessimo in paragone con i periodi in cui invece soffriamo: bisogna cioè
sempre considerare anche l'altro "punto di vista".
Se, come ci insegna ancora la fisica, dell'elettrone se
ne può misurare o il moto o la posizione (principio di indeterminazione secondo
Heisenberg) in un ottica strettamente filosofica questo giustifica il fatto che
uno stesso problema per essere risolto possa prevedere diversi punti di vista e
non necessariamente una soluzione unica: cioè il punto di vista
dell'osservatore che in quel momento osserva e con la sua osservazione modifica
e influenza la realtà rendendola unica e personale. Se noi facciamo
un'affermazione che giudichiamo vera, il suo contrario è un'affermazione
altrettanto vera, non si impone una scelta; possiamo avere molteplici sfaccettature
all'interno dell'analisi di uno stesso fenomeno, tanti e diversi aspetti per
quanti sono coloro che su quello stesso fenomeno compiono un'osservazione.
In più, da un punto di vista strettamente filosofico,
questo giustifica il fatto che uno stesso problema, per essere risolto, possa
prevedere diversi punti di vista e non necessariamente una soluzione unica. Se
noi facciamo un'affermazione che giudichiamo vera, il suo contrario è
un'affermazione altrettanto vera: non si impone una scelta, possiamo avere
molteplici sfaccettature all'interno dell'analisi di uno stesso fenomeno.
Questo principio, inoltre, amplia i confini della realtà,
conferendole una ricchezza particolare, la fa andare oltre una classificazione
rigida ed esclusiva, la rende vicina all'Arte che non è definita da nessuna
delle sue correnti perché troppo più grande per essere ridotta a una di esse. E
la scienza stessa non possiede più in esclusiva le chiavi della conoscenza
della realtà, ma diventa solo una delle espressioni attraverso le quali
analizziamo il mondo senza che alcuna fra loro possa ritenersi unica ed
esaustiva.
La persona che fa un'analisi del tema natale non può dare
una valutazione oggettiva che trascenda il suo essere soggetto compartecipante;
considerato che l'osservazione è parte integrante del fenomeno, noi possiamo
considerare tanti punti di vista quanti sono gli osservatori che effettuano
l'analisi, ecco perché non ci può essere una visione unitaria del tema natale
stesso. In base a questo ragionamento esso non esprime l'assolutezza del dato,
ma la probabilità che succeda, non ci dice cosa accadrà, ma cosa potrebbe
accadere, così come la fisica quantistica ci spiega come tutto si basi sulla
probabilità di ottenere un certo risultato partendo da una misurazione e non sulla
sua determinazione certa e assoluta (l'espressione probabilità non significa
che non conosciamo completamente ciò che stiamo osservando – siccome non
conosco è probabile che sia così – ma è una caratteristica costituzionale del
sistema stesso).