Il Linguaggio Segreto dei Sintomi
Scopri come interpretare i messaggi segreti del tuo corpo
di Marco Pacori
Il Linguaggio Segreto dei Sintomi - Libro
A volte tu non capisci qual è il tuo problema... ma il
tuo corpo sì!
Impara ad ascoltarlo!
Sapevi che:
è possibile collegare molti sintomi agli eventi emotivi
che li hanno causati e intervenire per risolverli
alcuni disturbi o malattie dipendono da un rapporto con
una persona nociva
il corpo ha delle vere e proprie premonizioni
alcune decisioni sono influenzate dalle nostre sensazioni
fisiche e non ne siamo consapevoli
se impari ad ascoltare il tuo corpo puoi cogliere in
anticipo i pericoli, ma anche intuire se puoi fidarti di una persona o se un
progetto sarà un successo.
Chiaro e documentato, questo libro ti insegna come
interpretare i messaggi di disagio che il corpo ti invia, e come intervenire
sulle cause.
La ricerca più recente ha ormai accertato che cuore e
sistema gastrointestinale sono veri e propri organi senzienti: dotati di una
trama di cellule nervose, sono in grado di formulare dei «pensieri», seppur
semplici, che costituiscono quello che chiamiamo «intuito».
Un opprimente mal di testa, influenze ricorrenti, dolori
inspiegabili alle articolazioni, abbassamenti della vista sono avvisaglie che
qualcosa non va nella nostra vita e che dovremmo fare dei cambiamenti
nell’ambito del lavoro, del rapporto di coppia o in famiglia oppure che stiamo
pretendendo troppo da noi stessi.
Pacori ci spiega con molti esempi come individuare
l’origine dei disturbi e come intervenire per risolvere la causa psicologica.
Dalla quarta di copertina
Che corpo e mente si influenzino a vicenda è ormai
accertato scientificamente. Disturbi, dolori, malattie non dipendono quindi
solo da cause fisiologiche, ma possono essere - e spesso lo sono, conferma la
medicina - originati da situazioni emotive difficili, stress, traumi.
Marco Pacori, psicoterapeuta e autore bestseller,
lavorando con centinaia di pazienti ha visto come in moltissimi casi la
soluzione della problematica emotiva coincidesse con un miglioramento del
disturbo fisico che nessun farmaco o terapia erano riusciti a risolvere. In
questo libro illuminante e documentato ci spiega, con molti casi pratici ed
esempi concreti, come possiamo riconoscere e risolvere i sintomi che derivano
da conflitti, dispiaceri o delusioni.
Spesso ogni emozione negativa ha un organo bersaglio
preferito o una parte del corpo in cui si manifesta con più frequenza. Ma può
accadere anche il contrario: cioè che malesseri e patologie incidano sulle
funzioni nervose e cerebrali e quindi sul nostro umore e sulle nostre capacità
mentali.
Allora può capitare che il diabete indebolisca la memoria
o l'attenzione, oppure che un fegato intossicato causi difficoltà cognitive o
che un alto tasso di colesterolo ci renda più irascibili.
Una lettura affascinante per imparare ad ascoltare il
nostro corpo, capire meglio le nostre emozioni e prenderci cura di noi stessi
in modo più efficace e risolutivo.
Leggi un estratto dal libro di Marco Pacori "Il
Linguaggio Segreto dei Sintomi"
Introduzione - Il Linguaggio Segreto dei Sintomi - Libro
di Marco Pacori
La tradizione, la cultura e il pensiero filosofico ci
hanno indotti a pensare che mente e corpo siano due entità distinte e separate.
Eppure, fino al Diciannovesimo secolo buona parte dei
«dottori» riteneva che ci fosse uno stretto legame tra emozioni e malattie, al
punto da consigliare ai pazienti di recarsi in stazioni termali o balneari o di
ricorrere all'omeopatia al fine di ritrovare un equilibrio emotivo e, di
riflesso, rendere l'organismo più efficiente nel fronteggiare le afflizioni del
corpo.
Questo approccio ha gradatamente ceduto il posto alle
scoperte scientifiche che hanno messo in luce il molo di microrganismi e
tossine nello sviluppo delle malattie.
Il nuovo panorama ha visto anche l'impiego di
antibiotici, analgesici e antinfiammatori.
Solo in tempi relativamente recenti la concezione che
mente e corpo siano interconnessi e si influenzino a vicenda è tornata in auge,
favorendo lo sviluppo di un moderno concetto di malattia e di discipline come
la PNEI, la psiconeuroendocrinoimmunologia, che ha evidenziato come cervello,
sistema ghiandolare e immunitario siano strutture intercomunicanti, tra le
quali c'è un flusso continuo di informazioni.
L'encefalo e quella che si supponeva fosse solo
«manovalanza» (organi, muscoli e ossa) sono infatti in costante interazione
grazie alla produzione e allo scambio di molecole dette neuropeptidi (delle
quali parleremo a fondo tra qualche pagina).
Questa visione, che si riallaccia alle pratiche curative
olistiche come la medicina tradizionale cinese, l'agopuntura e i fiori di Bach,
ha preso sempre più piede grazie a recenti studi che hanno dimostrato come
stress, personalità, atteggiamenti eccetera possano influenzare o essere la
causa di una malattia e viceversa, ovvero che alcune malattie portino allo sviluppo
di disturbi emotivi e psichiatrici.
È così che medicina e psicologia, che tradizionalmente si
occupavano di ambiti diversi - rispettivamente, l'organismo e la mente - ,
hanno dovuto lasciare spazio a un nuovo modello che fosse in grado di
integrarle.
Un processo, questo, di crescita e cambiamento che
nessuno specialista della salute dovrebbe ignorare e che personalmente, da
psicoterapeuta, mi ha portato a sviluppare un nuovo approccio professionale e
ad approfondire e ampliare le mie conoscenze. Questa necessità è maturata in me
gradatamente, quando ho cominciato a prendere coscienza che le persone che mi
cercavano per risolvere disagi psicologici spesso lamentavano anche disturbi
fisici.
Il fatto che le due sfere fossero le facce di una stessa
medaglia mi è apparso chiaro quando mi sono reso conto che queste «coincidenze»
erano troppo ricorrenti per essere casuali; inoltre, ho realizzato che i
miglioramenti o i peggioramenti di una problematica emotiva o fisica
viaggiavano su binari paralleli.
Da queste constatazioni è nata la necessità di
confrontarmi con professionisti di altri settori - medici, osteopati,
agopuntori, iridologi eccetera - che potessero aiutarmi a comprendere la
complessità e le sfaccettature delle problematiche che mi trovavo ad affrontare
nel mio lavoro.
Parallelamente, ho sentito il bisogno di tenermi al passo
con le scoperte scientifiche che, grazie a ingegnosi esperimenti e innovative
tecnologie, mettevano sempre più a fuoco le connessioni mente-corpo.
Questo libro ripercorre, seppure in modo più strutturato,
il mio cammino in questo senso: al suo interno, il lettore troverà citati gli
studi che mi hanno aperto gli occhi e i casi clinici che più hanno contribuito
a modificare le mie prospettive sul concetto di salute.
La riabilitazione del corpo
Esperienze come le guarigioni miracolose, l'effetto
placebo - quello per cui una sostanza farmacologicamente inattiva ci può far
guarire per autosuggestione - o nocebo - quando la sola convinzione che
qualcosa ci procuri dei danni può farci ammalare sul serio - hanno alimentato
l'idea di una presunta supremazia della mente sul corpo.
Le moderne scoperte sulle interazioni fra mente e corpo
non solo hanno sfatato questa teoria, ma hanno dimostrato che, in modo non meno
efficiente, anche il corpo può influenzare il cervello.
È stato provato, per esempio, che camminare seguendo
percorsi irregolari può aumentare la nostra creatività, stringere un pugno può
accrescere costanza e determinazione, assaggiare una bevanda dolce può renderci
più romantici e sedere su una sedia traballante mentre parliamo del nostro
rapporto di coppia ce lo fa percepire più instabile.
Già Freud aveva intuito questi effetti, utili per
consentire ai pazienti di lasciar fluire liberamente i pensieri (le cosiddette
«libere associazioni»).
Per facilitare questo atteggiamento mentale, li invitava
a sdraiarsi su un lettino posizionato in modo che il paziente non vedesse lo
psicoanalista. In questo modo faceva sì che la persona si sentisse più
rilassata, quindi più incline a seguire un filo non logico, e al tempo stesso
più disinibita, dimenticandosi della presenza dell'analista.
Questo intreccio mente-corpo ha permesso di comprendere
che il pensiero(espresso con le parole) è tutt'altro che astratto e che, per
essere elaborato e compreso, ha spesso bisogno di basi che affondano le proprie
radici nell'esperienza sensoriale: se diciamo che una faccenda è «piccante»
automaticamente la associamo alla sensazione di bruciore al palato che ci può
dare il peperoncino. Questo abbinamento non solo rende bene il concetto, ma fa
sì che chi ci ascolta avverta realmente questa sensazione; in altre parole, nel
suo cervello si attiveranno due aree: quella della comprensione linguistica e
quella che registra il senso del gusto.
Il processo è a doppio binario: così, se offriamo a
qualcuno una pietanza condita con la paprika e poi gli parliamo di una serata
trascorsa con una persona che ci piace, il nostro interlocutore sarà indotto a
pensare che l'incontro abbia avuto dei risvolti «piccanti».
Questo schema di funzionamento del sistema integrato
mente-corpo, intuito dal linguista George Lakoff, ha trovato negli ultimi dieci
anni numerose conferme sperimentali e prende il nome di «cognizione incarnata»
o «intelligenza corporea».
Ne abbiamo fatto alcuni esempi, ma citiamo anche
brevemente qualche ricerca che illustra il modo in cui questi assunti sono
stati dimostrati scientificamente.
Uno studio condotto da un equipe del dipartimento di
psicologia e scienze del cervello del Dartmouth College di Hanover, negli Stati
Uniti, si è posto l'obiettivo di verificare se bloccando la mimica emozionale
del volto si potesse inibire la risposta cerebrale alle emozioni.
Per farlo è stata indotta la paralisi del muscolo
corrugatore della fronte - implicato nelle espressioni di tristezza, rabbia,
disgusto eccetera - con il botulino, la stessa tossina usata in medicina
estetica per «spianare» le rughe.
Monitorando l'effetto con l'MRI, l'imaging a risonanza
magnetica che permette di visualizzare l'attività cerebrale, i ricercatori
hanno constatato che questo escamotage inibiva la reattività dell'amigdala (la
struttura cerebrale maggiormente implicata nell'elaborazione emotiva) durante
la visione di facce atteggiate a un'espressione di collera.
In un'indagine affine, condotta da Shwetha Nair, Mark
Sagar, John Sollers assieme ad altri colleghi dell'Università di Auckland, sono
stati coinvolti 74 partecipanti, chiamati a svolgere un compito particolarmente
complesso e snervante.
Metà del gruppo doveva effettuare il test sedendo su una
poltrona sfondata, in cui si tendeva a sprofondare, gli altri in posizione
eretta. Una volta completato il test, i partecipanti hanno compilato un
questionario per valutare il proprio stato d'animo e la fiducia in sé: è
risultato che quelli che erano rimasti in piedi dichiaravano un livello di
autostima e uno stato di eccitazione e di buon umore maggiori, nonché una
condizione d'ansia minore rispetto agli altri partecipanti. Inoltre, in quelli
seduti sulla poltrona sformata è stata rilevata anche una pressione arteriosa
più alta, condizione tipica di chi è sottoposto a stress.
Analogamente, Laura Thomas e Alejandro Lleras, ricercatori
del Beckman Institute, hanno scoperto che la direzione dello sguardo, in
soggetti impegnati nello svolgimento di un test, influisce sulla capacità di
risolvere i problemi.
Il loro esperimento ha dimostrato che il movimento degli
occhi non è solo un riflesso dei processi cognitivi, ma contribuisce anche a
migliorarli o peggiorarli.
Quando il corpo mette il cervello nel sacco
Se anche la singola contrazione di un muscolo o la sua
assenza, le posture e le sensazioni fisiche sono in grado di influenzare le
funzioni «superiori», possiamo solo immaginare cosa potrebbe succedere qualora
la funzionalità di un intero organo o lo stato di salute generale di ciascuno
di noi siano compromessi in maniera seria.
È il caso, per esempio, dei dolori cronici che, alla
lunga, stremano la nostra capacità di reggere lo stress e provocano ansia,
depressione, irritabilità, incapacità di concentrazione eccetera.
Anche le malattie autoimmuni, un sistema immunitario
indebolito o disturbi cardiocircolatori possono alterare la chimica del
cervello e portare persino allo sviluppo di malattie mentali.
Accade con la celiachia, un'intolleranza alimentare
causata da una reazione autoimmune al glutine: in un sottogruppo di individui
che ne sono affetti, questo complesso proteico, oltre a provocare un
infiammazione dell'intestino tenue, può intaccare direttamente il cervello,
causando disturbi mentali e anomalie cerebrali.
Quando questo si verifica gli anticorpi che reagiscono al
glutine sono tratti in inganno dal fatto che la proteina del glutine assomiglia
ad alcune strutture proteiche presenti nei neuroni.
A causa di questo «fraintendimento», finiscono per
aggredire anche il sistema nervoso, arrivando a provocare disturbi dell'umore e
perfino, sembra, episodi psicotici.
Anche il diabete può portare ad alterazioni dell'attività
cerebrale.
Gail Musenà, assieme ad altri ricercatori, è stato il
primo a identificare variazioni di densità della materia grigia procurate dal
diabete mellito di tipo 1, quello congenito, una malattia autoimmune in cui
vengono prodotti anticorpi che distruggono le cellule del pancreas che
secernono l'insulina, un ormone che regola il livello degli zuccheri nel
sangue.
I risultati di questo studio hanno suggerito che una
glicemia (la concentrazione di zucchero o glucosio nel sangue) alta e
persistente, causata appunto dal diabete, possa modificare le strutture
nervose.
La riduzione del volume di materia grigia riscontrata era
modesta e non comportava necessariamente un deterioramento delle facoltà di
pensiero; tuttavia, coinvolgeva zone critiche, come le aree della memoria, i
centri dell'attenzione e dell'elaborazione del linguaggio.
Studi successivi hanno messo in risalto che la
degenerazione delle cellule cerebrali, in risposta allo squilibrio del tasso di
zuccheri, è invece presente in persone che, da almeno una decina d'anni, sono
affette da diabete di tipo 2, quello che insorge in età adulta.
In questi soggetti, i danni sono seri, al punto da
intaccare l'autocontrollo, la capacità di prendere decisioni e quella di
espressione.
Quando siamo frustrati e rabbiosi diciamo che ci rodiamo
il fegato; lo stesso organo però, in caso di malfunzionamento, può provocare
difficoltà cognitive e di espressione, incubi, insonnia, irrequietezza e
perfino gravi alterazioni della personalità.
Questa sindrome è causata dalle tossine che in condizioni
normali il fegato riverserebbe nella bile o nei reni per farle espellere
dall'organismo e che invece, se questo organo va «in panne», filtrano nel
flusso sanguigno e da qui raggiungono il cervello.
Anche le malattie del sangue, peraltro, possono
deteriorare le funzioni cerebrali: lo dimostra uno studio, finanziato dal
National Heart, Lung, and Blood Institute (NHLBI), che ha impegnato un nutrito
gruppo di medici.
I ricercatori hanno valutato le capacità cognitive di 149
adulti di età compresa tra i 19 e i 55 anni, affetti da anemia falciforme, a
paragone con 47 soggetti sani.
Ne è risultato che, in misura doppia rispetto ai
partecipanti in salute, in chi era stata riscontrata quest'anomalia del sangue,
soprattutto se maturi, le capacità logiche erano più basse rispetto alla media
e i livelli di emoglobina (la proteina presente nei globuli rossi che trasporta
l'ossigeno ai tessuti) erano inferiori alla norma.
La causa, secondo gli studiosi, è proprio la ridotta
dimensione dell'emoglobina, che in questa malattia ha approssimativamente una
forma a mezza luna e, soprattutto, è povera di ossigeno, il che alla lunga può
provocare «guasti» in tutto l'organismo, cervello compreso.
Dalla mente al corpo: la corsia d’emergenza
L'idea che esperienze di vita, traumi, atteggiamenti ed
emozioni potessero provocare una condizione di malattia o vulnerabilità
dell'organismo è stata il presupposto della medicina psicosomatica.
Studi recenti hanno dimostrato che la questione è però
più complessa, dal momento che mente e corpo non sono strutture distinte, ma
parti di un'unica entità.
Nel paragrafo precedente abbiamo visto che le malattie
possono condizionare il cervello, ma è vero anche il contrario.
La connessione tra gli organi e la «testa» è molto
stretta e mediata da un circuito che coinvolge sistema nervoso centrale,
endocrino (le ghiandole) e immunitario: il nome di questo complesso è asse
ipotalamo-ipofisi-surrene o HPA.
Questa «coalizione» è composta da una struttura cerebrale
- l'ipotalamo, che governa i processi emotivi e il cui nucleo centrale,
l'amigdala -, una ghiandola «madre» - l'ipofisi - e altre due ghiandole che si
trovano sopra i reni, che prendono il nome appunto di surreni. Queste ultime
«sfornano» il prodotto finito: gli ormoni adrenalina e cortisolo.
Questi due messaggeri coordinano le strutture e le
funzioni del corpo per prepararsi a un'eventuale reazione di attacco o di fuga
(il sangue affluisce maggiormente ai muscoli e al cervello, il cuore batte più
velocemente, aumentano i globuli bianchi per contrastare possibili infezioni
eccetera).
La «chiamata alle armi» che avviene nel nostro corpo è
estremamente efficace se lo stimolo è qualcosa che si può fronteggiare
nell'immediato; se però si trasforma in una sorta di estenuante «guerra di
trincea», le «truppe» perdono prontezza, reattività ed efficacia e l'organismo
inizia a risentire di questa condizione, predisponendosi alla malattia.
Inoltre, la condizione di sovra-eccitazione del sistema
immunitario provoca uno stato cronico di infiammazione dei tessuti, aprendo la
strada a malattie autoimmuni, come l'artrite reumatoide o la fibromialgia.
Tutto il nostro corpo ne risente, tanto che sembra che
uno dei fattori scatenanti dell'arteriosclerosi sia un'aggregazione delle
piastrine (le cellule che bloccano le emorragie) che, quando lo stress è
eccessivo, si depositano sulle pareti delle arterie.
Quando avevo circa 10 anni ho visto in TV un film dal
titolo Viaggio allucinante, che raccontava di una navicella miniaturizzata che
veniva iniettata nel corpo di un uomo, consentendo di vedere la fisiologia in
azione: è stata la mia personale folgorazione «sulla strada di Damasco».
Anni dopo, diventato adulto e indossati i panni dello
psicoterapeuta, ho provato lo stesso senso di meraviglia scoprendo, prima nella
pratica clinica e poi nelle pubblicazioni scientifiche, le strabilianti
connessioni tra mente e corpo (è stato come tastare in prima persona le
interazioni chimiche tra psicologia e biologia).
Ed è proprio questo senso di stupore che mi auguro di
trasmettere al lettore, ripercorrendo assieme a lui i passi di questo percorso
di conoscenza.
Indice
Introduzione
La riabilitazione del corpo
Quando il corpo mette il cervello nel sacco
Dalla mente al corpo: la corsia d’emergenza
1. Un trust di cervelli dentro al corpo
La rivoluzionaria scoperta dei neuropepddi
Attenti a quei due
Frattaglie senzienti
Cuor di leone
2. Pensieri, parole, emozioni
Che cos’è lo stress
Cattivi pensieri e malattie
La personalità e la malattia
Emozioni «strappacuore»
Un colpo al cuore
Cuori spezzati
3. Tiro a segno: la mappa dei bersagli dello stress
Nemici per la «pelle»... quella del cuore
A pieni polmoni: l’apparato respiratorio
Lotte intestine
A fior di pelle
Darsi la zappa sui piedi: le malattie autoimmuni
4. Rimedi e prevenzione: una mela al giorno e non solo
Camminare nella natura inibisce la tendenza a rimuginare
Fare jogging è uno sballo
Gli hobby fanno bene alla salute e al cervello
Fuori il rospo!
Scrivi che ti passa
Fatti un bel pianto
Un amico a quattro zampe contro lo stress quotidiano
Tutta un’altra musica
5. Il linguaggio dei sintomi
Un pensiero stampigliato sul corpo
Sotto la lente delle neuroscienze
Quando la mente mette i bastoni fra le ruote al corpo 109
Disturbi faziosi
Senza voce in capitolo
Inceppamenti: la balbuzie
Un nodo in gola
Molto rumore per nulla: l’acufene
Fatiche di Ercole
I disturbi ginecologici
Bandiere a mezz’asta: le disfunzioni erettili
La testa che scoppia: emicranie e cefalee
Che fare?
6. Il corpo «ci parla»
Certe sensazioni sono universali
Con il cuore in mano: l’enterocezione
Muscoli ciarlieri: la propriocezione
L’insula che non c’è
Le sensazioni corporee sono cartine di tornasole
Il corpo ha le premonizioni
La teoria dei marcatori somatici
La percezione del pericolo dipende dal terzo occhio
La paura si annida nel cuore
7. Echi dal profondo
Al fresco
Effetto geyser
Affari di cuore
La trippa «rizza» le antenne
I muscoli ne sanno una più del diavolo
Pile esaurite: l’affaticamento surrenale
Esercizi di «potenziamento»
Favorire le intuizioni
Bibliografia
Ringraziamenti
Marco Pacori
Il Linguaggio Segreto dei Sintomi - Libro >> http://goo.gl/1E3Xoe
Scopri come interpretare i messaggi segreti del tuo corpo